12 marzo 2003

Martino Caino
di Maria Novella Oppo

Neppure D’Alema, con la ruvidezza che gli viene universalmente riconosciuta, è riuscito a stanare il ministro della Difesa Martino a Porta a Porta, per fargli dire qual è la posizione del governo sulla guerra all’Iraq. Una questione, voi capite, di una certa importanza, sulla quale conosciamo l’orientamento di tutti i paesi della Terra e quasi perfino di quelli della galassia. E si conoscono purtroppo le spaventose stime dei morti, i piani americani di occupazione e quanto altro può essere previsto di peggio. Invece quello che farà il governo italiano non può dirlo neppure il ministro della Difesa, il quale, alle insistenze di D’Alema si è limitato a rispondere irritato: «Non sono mica il portavoce del governo». Un po’ come Caino che, quando Dio gli chiese notizie di Abele, rispose: «Non sono mica il custode di mio fratello». Intanto il grande comunicatore ha ben altra Guerra a cui pensare, con l’esercito celtico eternamente alle porte. E poi Berlusconi ci vuole troppo bene per andare in tv a darci delle brutte notizie. Quando si tratta di ticket, di tasse da aumentare, di pensioni da tagliare e di guerre da fare, lui preferisce mandare avanti gli altri, con la classica battuta: vai avanti tu, che mi viene da ridere.

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